DIECI


"Dieci": dieci note di una musica interiormente sentita come "imput" ideativo che sembra scandire i tempi di una vibrante ed intensa esperienza esistenziale. Sara Favarò segue la sua vocazione poetica, affidando con strenua fiducia ed inalterata fedeltà, il mondo dei suoi sentimenti, tutta la trama dei moti del cuore e le vibranti note della sua esistenza e del suo pensiero ai versi come ad uno strumento che ne amplifichi le vibrazioni per consegnarle a noi lettori con la forza di messaggio sincero e spontaneo.
Ora è "il coraggio delle donne" nella dimensione di una apertura coraggiosa, ora il grido di chi vuole "andare avanti ed a testa alta" contro tutte le violenze che hanno travolto la nostra terra, quasi per ottenere una sorta di riscatto e di redenzione.
C'è nella breve raccolta di liriche una serie di motivi, di fermenti vitali, di riflessioni e di sentimenti che si legano agli stimoli dell'esperienza soggettiva della Favarò, talora sotto la spinta di una pena segreta, nella insistita ed amara inquietudine di donna sensibile alle problematiche contemporanee, talora invece nella ricchezza di un sentimento d'amore trasferito nelle ritmiche sequenze del canto, con le luminose aperture che ne caratterizzano lo slancio espressivo.
Il canto di Sara Favarò è aperto, largamente intonato ed agilmente modulato, quasi di respiro musicale perché così vuole la particolare qualità della sua vocazione. Si avverte infatti che il rivestimento fonico nasce per lei con la stessa vibrazione alle radici del suo stimolo lirico come un vero e proprio canto.
Non dimentichiamo che Sara Favarò sa bene interpretare la sua parte nella dimensione scenografica di un suo mondo tra reale e fantastico.